Regole e convenzioni

Oltre alle norme di grammatica e ortografia che dovremmo già conoscere, alcune convenzioni internazionali, divenute vere e proprie regole, governano la scrittura al computer (oggi qualunque cosa si scrive al computer). Esse sono applicate anche nell’editoria, per la realizzazione di libri e di giornali, mentre manifesti e scritti pubblicitari possono fare eccezione.

Ecco le principali:

    • ogni segno di interpunzione (virgola, punto e virgola, due punti, punto, punto di domanda, punto esclamativo) deve essere attaccato alla parola precedente e poi vuole uno spazio; ad esempio: Ciao, come stai? Io bene, grazie!
    • i simboli che prevedono apertura e chiusura (ogni tipo di virgolette ed ogni tipo di parentesi dunque) servono a racchiudere il testo, pertanto si usa uno spazio prima del simbolo di apertura, il quale va attaccato alla prima parola che racchiude, poi il simbolo di chiusura va attaccato all’ultima parola che racchiude e quindi vuole uno spazio; ad esempio: John afferra la bottiglia (si tratta dell’ultima birra rimasta) e se la scola. A John la birra “piace” molto (nel senso che ogni bottiglia che vede se la beve!)
    • i puntini per iniziare o per finire una frase devono essere in numero di tre; ad esempio: …e poi si mise a piovere! oppure: non so come dirtelo… emani un odore insopportabile!
    • i punti esclamativi o i punti di domanda per sottolineare una frase devono essere in numero di tre; ad esempio: domani sera grande festa!!!
    • i numeri arabi (1, 2, 3 ecc.) vengono usati con significato di cardinale (ossia uno, due, tre ecc.), mentre i numeri romani (I, II, III ecc.) vengono usati con significato di ordinale (ossia primo, secondo, terzo ecc. ma anche prima, seconda, terza o primi, secondi e terzi) pertanto la classe è la II C (corretto) o la 2ªC, ma non la II° C (scorretto) o la IIª C (scorretto) e nemmeno la 2C (scorretto);
    • gli accenti sulle vocali vengono differenziati fra grave e acuto solamente sulla lettera “e”; pertanto ad esempio si scrive “perché” (la e ha un accento acuto) e “c’è” (la e ha un accento grave), mentre qualunque sia l’accento del parlato le altre vocali vengono scritte solo con accento grave: à. ò, ì, ù; dunque ad esempio ad inizio frase
      E’
      è sbagliato mentre
      È
      è giusto

Rendere il testo leggibile

Non bisognerebbe mai dimenticare che lo scopo ultimo della scrittura è la comunicazione. Ecco che allora alcune ovvie considerazioni riguardano proprio la leggibilità del testo che si sta scrivendo. Ancor prima di parlare di accessibilità informatica, risulta importante considerare (e verificare prima di pubblicare il testo) l’impatto sulla leggibilità rispetto:

  • alle caratteristiche dei font utilizzati, la loro appartenenza al gruppo dei font di tipo
    • serif (in italiano “con le grazie” ovvero con gli abbellimenti),
    • sans serif (in italiano “senza le grazie”), solitamente i più leggibili anche a grande distanza o se il corpo del carattere è molto piccolo, come ad esempio su uno smartphone
    • handwritten o handwriting
  • al contrasto (fra il colore del testo in primo piano e il colore dello sfondo)

Per approfondire, riguardo al contrasto, consigliamo di fare riferimento a questo articolo di Roberto Castaldo su webaccessibile.org.

 

Bibliografia:
– Rossignoli, N., Introduzione all’informatica, Lampidistampa, Milano, 2007
– Dulli, S., Rossignoli, N., Informatica e multimedialità, CUSL NuovaVita, Padova, 2000

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