Il saggio The invisible computer di Donald Norman (guru dell’UX design, già vicepresidente di Apple) è stato tradotto in italiano con il sottotitolo “la tecnologia migliore è quella che non si vede”.

Il tema è esattamente questo: spesso, gli strumenti che la tecnologia ci offre

  • sono piuttosto invasivi
  • sono oggetti progettati da tecnologi e destinato a tecnologi
  • sono lontani dal modo di vivere della gente comune

Invece

la tecnologia dovrebbe essere così immediata da non pesare sull’utente

questo è il senso di “invisibile”.

Il ciclo di vita della tecnologia

Le tecnologie seguono normalmente un ciclo di vita che comprende almeno due fasi:

1) nei primi giorni di vita (commerciale) di una tecnologia, essa si rivolge ad una fascia di consumatori “tecnologici”, entusiasti per principio, disposti anche a faticare per usare il nuovo prodotto, che è “centrato sulla tecnologia“;
2) la seconda fase è costituita dalla maturità della tecnologia: la clientela si allarga e il prodotto, per restare sul mercato, deve essere “centrato sull’essere umano“, sulla sua comodità; deve riuscire, insomma, a nascondersi agli occhi dei consumatori, cosicché il suo uso diventi la cosa più facile del mondo; solo così potrà avere la massima diffusione.

Spesso i computer sono prodotti che non riescono ad arrivare alla seconda fase, quella “centrata sull’essere umano”, poiché la tecnologia che contiene è in continuo cambiamento, bloccata dunque nella prima fase, anche a causa del fatto che il computer è uno strumento general purpose, ossia senza uno scopo preciso ben definito, il che, come un coltellino svizzero, lo rende utile in molti casi, perfetto per nessun utilizzo.

L’UX design

Nella User Experience si progetta l’esperienza utente per un prodotto o un servizio digitale. Lo UX designer si concentra sull’ideazione di prodotti facili da usare, con un’esperienza utente soddisfacente. Prodotti che non restino bloccati nella prima fase del ciclo di vita della tecnologia.

La progettazione dell’esperienza globale di un utente con un servizio, una applicazione, un prodotto o dispositivo tecnologico, si articola ad esempio nelle seguenti fasi:

  • ricerca: vengono condotte delle ricerche sugli utenti e sulle loro esigenze, comportamenti e aspettative utilizzando ad esempio
    • l’analisi SWOT (Strengths, Weaknesses, Opportunities, Threats), ossia forza, debolezze, opportunità, minacce per analizzare il possibile posizionamento sul mercato di quanto si sta progettando
    • l’identificazione delle buyer personas, ovvero del cliente medio/ideale e delle sue esigenze, dei suoi desideri e dei suoi comportamenti
    • la definizione del customer journey e più in generale della customer experience, ossia la descrizione di tutti i punti di contatto tra l’azienda e il cliente finale, sia offline che online: scoperta del prodotto, acquisto, utilizzo e supporto post-vendita
  • progettazione: vengono utilizzate le informazioni raccolte durante la ricerca per creare prototipi e modelli di design che soddisfino le esigenze degli utenti risolvendo eventuali problemi di usabilità
  • testing: vengono condotti dei test di usabilità e valutazione dell’esperienza utente per identificare eventuali problemi e migliorare la progettazione
  • collaborazione: l’UX designer collabora con gli altri membri del team di sviluppo (come sviluppatori, designer grafici e responsabili del prodotto), per garantire che l’esperienza utente sia integrata in tutto il processo di sviluppo
  • comunicazione: l’UX designer comunica i suoi progetti e le sue soluzioni a tutte le parti interessate, compresi i membri del team di sviluppo, i clienti e gli utenti finali.

Nell’articolo UI design: progettare interfacce parliamo di uno degli aspetti dell’UX design.

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