Backup: tipologie, modalità e buone pratiche
“Fare il backup” significa effettuare una copia di salvataggio dei dati.
Il backup dunque è una copia ulteriore dei dati, rispetto all’originale che è in produzione.
Il backup viene fatto per evitare di perdere definitivamente i dati ad esempio in caso di
- danneggiamento della memoria che contiene i dati (come un hard disk interno, o un hard disk rimovibile, o una chiavetta USB)
- cancellazione accidentale dei dati
- smarrimento o furto del dispositivo (si tratti di un server, di un PC, di un tablet o di uno smartphone)
- smarrimento o non disponibilità della password con cui sono stati protetti i dati (questo è anche il caso di dispositivo infettato da ransomware, ossia un malware che crittografa parte di una memoria, cosicché poi ci viene chiesto un riscatto per poter accedere nuovamente ai nostri dati)
L’operazione che permette di accedere nuovamente ai dati (che si sono salvati in un backup) è detta ripristino (restore). Da un backup è possibile ripristinare ad esempio
- un solo file o un insieme di file
- una sola cartella o un insieme di cartelle
- un intero file system
Tipi di backup
Esistono diversi tipi di backup come ad esempio:
- backup mirror (si dice anche mirroring): si ha quando viene fatta una copia e mantenuta aggiornata in tempo reale (o con ritardo massimo misurato in termini di minuti secondi), con lo scopo di avere una fonte di dati esattamente identica all’originale da poter utilizzare istantaneamente in caso di malfunzionamento (al posto di fare un ripristino dei dati dalla copia, è sufficiente collegarsi direttamente alla copia); questo è il caso del cloud: se ad esempio facciamo una foto con il nostro smartphone, questa viene immediatamente copiata sul cloud
- backup incrementale: si ha quando nel primo backup viene fatta una copia
completa dei dati originali, mentre nei backup successivi vengono salvate esclusivamente le modifiche che sono state fatte nel periodo successivo copia precedente - backup storico: si ha quando con cadenza regolare viene fatta una copia di salvataggio di tutti i dati, cosicché, se ad esempio un backup completo trovasse posto su un DVD, si avrebbe un DVD per ciascun backup.
Modalità di backup
Nel momento in cui viene effettuato un backup si possono operare alcune ulteriori scelte come ad esempio
- crittografia: un backup crittografato sarà accessibile solamente a chi è in possesso della password o altro metodo di autenticazione previsto
- compressione: un backup compresso utilizzerà un minor spazio su disco rispetto ad un backup non compresso; a seconda del tipo di dati da comprimere si potranno ottnere diversi fattori (percentuali) di compressione
- suddivisione in più file: un backup potrà essere suddiviso in più file (ad esempio se l’intero backup non trovasse posto su un’unica memoria o per ragioni di sicurezza); in tal caso sarà necessario disporre di tutti i file che compongono il backup per poter ripristinare con successo i propri dati
Buone pratiche per il backup
Senza pretesa di essere esaurienti in tema di backup, ecco alcune buone pratiche:
- le copie di backup vanno conservate in un luogo diverso da quello dove si trovano gli originali (da questo punto di vista, il cloud funziona esattamente così: tanti server sparsi per il mondo, accessibili all’utente in maniera trasparente)
- le copie di backup vanno verificate: è buona norma, con cadenza regolare, provare ad effettuare un ripristino dei dati, per assicurarsi che il backup sia andato a buon fine
- le copie di backup vanno protette con password
- il backup ideale si compone di mirror e storico: in tal modo si ha sia la situazione istantanea attuale, sia la possibilità di recuperare dati inavvertitamente cancellati tempo prima
Il Disaster Recovery Plan
Molte aziende e organizzazioni si dotano di un piano operativo da seguire in caso si verifichino eventi che non consentono il normale accesso ai dati. Tale piano è detto DRP (Disaster Recovery Plan) e ne parliamo nell’articolo Sistemi affidabili, business continuity e DRP.
Immagine di Mati Mango da Pexels